GRAZIA DELEDDA THE REVOLUTIONARY


A film by
Cecilia Mangini e Paolo Pisanelli
Italy, colour e b/w, 2021, 53

production ISRE – Sardegna
in association with OfficinaVision
in collaboration with RaiCinema

With the support of Sardegna Film Commission

Distribution OfficinaVisioni

A cinematic journey that brings to life the world of Sardinian writer and ethnographer, Grazia Deledda, through unpublished documents and manuscripts. The first Italian woman and writer to obtain the Nobel Prize for literature in 1926. Grazia Deledda was a revolutionary. She went beyond the confines of male-dominated culture and followed her own creative path as an artist and as a woman. The year 2021 marks the 150th anniversary of her birth.

GRAZIA DELEDDA THE RIVOLUZIONARY was presented in world premiere on May 30 in Nuoro as part of the ISREAL Festival and in the review promoted by the Italian Cultural Institute of San Francisco, Edimburg, Marseille on the My Movies platform.

Cecilia Mangini (Mola di Bari, 1927) documentary and photographer, from the beginning of her work, brings a committed, attentive and personal look at the individual and society, paying particular attention to the issues of marginality, immigration, and social injustices.
She was the first woman to shoot documentaries in the post-war period, a screenwriter of some feature films and more than forty short films, mostly realized with her husband Lino Del Fra. His camera has explored Italy from the late fifties to the early seventies, often turning his gaze to Southern Italy and Puglia to seek the rituals of an ancient culture that disappeared, overwhelmed by the rapid changes imposed by the economic boom. In 2009 Cecilia received in Florence the Medal of the President of the Republic "for having transmitted to future generations, through her activity as a documentary filmmaker, some of the most beautiful images of Italy in the 50s and 60s". In recent years she has started making films again with Paolo Pisanelli.

Paolo Pisanelli (Lecce, 1965) is a photographer and filmmaker. Graduated in Architecture and graduated from the Experimental Cinematography Center. After working as a photojournalist and stage photographer since 1997, he devoted himself to directing documentary films. He told the cities, the migrants, the great events, and the social struggles ... He has received prizes and awards in national and international festivals. He carries out didactic and audiovisual training activities and collaborates with the University of Salento's DAMS and the Gian Maria Volontè Film Art School in Rome. He designed RadioUèb, the radio in a nutshell, at the Day Center via Montesanto in Rome. He is the creator and artistic director of Cinema del reale, a festival of authors and audiovisual works annually in Salento.

OfficinaVisioni promotes the development of the territory with the means of cultural production and solidarity action, enhances the national and foreign cinematographic and audiovisual heritage, and carries out research and experimentation in the field of multimedia communication. He has conceived and realized in collaboration with Big Sur and Archivio Cinema del reale: La Festa di Cinema del reale (Salento, editions from 2009 to 2018), Musikì (Salento, editions 2009 - 2010), Finis Terrae - Southern Visions (Vienna 2010) ), the seminars "Filming the music and the territory" (Salento, 2009-2010), the review and the film exhibition "Cecilia Mangini _ Visions and passions and" Visions of the South - Giuseppe Palumbo photographer by bicycle ". He produced the documentary film "Ju tarramutu” (2010) in co-production with Big Sur and PMI," Treballant” (Italia 2012), “Buongiorno Taranto” (2014), directed by Paolo Pisanelli . He designed RadioUèb! The radio in pills in collaboration with Centro Diurno via Montesanto - ASL Roma E.

Un viaggio cinematografico per scoprire attraverso documenti e manoscritti inediti il mondo della scrittrice ed etnografa sarda, Grazia Deledda. Prima donna e scrittrice italiana ad ottenere il Premio Nobel per la letteratura nel 1926 «per la sua potenza di scrittrice, sostenuta da un alto ideale, che ritrae in forme plastiche la vita quale è nella sua appartata isola natale e che con profondità e con calore tratta problemi di generale interesse umano». Grazia Deledda è rivoluzionaria, supera i recinti della cultura maschilista e impone il suo percorso creativo di artista e di donna. Nel 2021 ricorre il 150esimo anniversario dalla nascita.

 

Da bambina, da adolescente, da ragazza, da scrittrice, da Premio Nobel, amata e invisa ai sardi conterranei suoi, incasellata in tutti gli ismi del suo tempo, inclusa-esclusa perché era inafferrabile, era una donna rivoluzionaria e soltanto adesso siamo giunti all’algoritmo per comprendere perché chiunque la legga la senta sua contemporanea e rimpianga che purtroppo non lo sia.
Grazia Deledda era una donna strepitosa, che supera i recinti della cultura maschilista e impone il suo percorso creativo di artista e di donna...  e non viene nemmeno studiata a scuola!
Era proiettata nel tempo in cui viviamo perché aveva un senso profondo della giustizia, è connessa non soltanto alla sua terra ma è connessa all’Italia, è connessa credo all’Europa intera. Vuole una giustizia sulla terra, vuole un accordo sulla terra, vuole che l’umanità si aiuti, che non esistano gli esclusi, gli abbandonati, gli umili, i servi, in questo Grazia Deledda è veramente inarrivabile. L’ho conosciuta quando ero ragazzina, mi era piaciuta tantissimo ma rileggendola ora mi accorgo che lei ha l’idea delle persone che sono tutte, uomini, donne, animali, piante. Ha questo senso dell’universo vivente intorno a lei. Questo è un aiuto che Grazia Deledda mi ha dato e credo, anzi sono convinta, che lei dà a tutti.

Cecilia Mangini

Nella prima classe di una scuola elementare di Nuoro, le bambine sono tutte tese a scrivere le prime parole sui quaderni a righe larghe: due secoli fa, lei era destinata all’analfabetismo, le bambine sarde erano escluse da qualsiasi scuola, perfino dalle elementari, e solo ai maschi era concesso l’iter fino agli studi superiori: lei non si fa abbattere dall’ingiustizia, aiutata da sua madre si accanisce e studia, scrive e legge, legge e scrive, lo farà per tutta la vita. Il viaggio nella casa nella casa museo della Deledda a Nuoro comincia dai colori del microcosmo: oggetti e mobili vengono esplorati attentamente la tappezzeria del divano, il legno del mobile, la cornice di un quadro, il manico della caffettiera, il foglio di carta… ogni dettaglio è un mondo.
Ci aggiriamo nella casa museo della Deledda a Nuoro, ecco la sua camera da letto, lo scrittoio, il suo calamaio; a Roma dove si è trasferita è già malata di un male imperdonabile, ma lei scrive e si racconta, ci parla di sé, della sua vita, vuole farne partecipi anche noi, ce la vuole regalare, ha paura di non fare in tempo a pubblicarla e purtroppo non ce la farà: “Cosima, quasi Grazia”, la sua autobiografia. esce postuma.
La sfogliamo attentamente, ci chiniamo sul tavolo scrittoio, sulla biblioteca dove si allineano le sue passioni letterarie, i russi soprattutto, Tolstoi, Cechov, Dostojevskji, gli italiani Verga e Capuano. Sono libri vissuti, letti. riletti, consultati… speriamo che abbiano qualche sottolineatura, magari qualche appunto scritto a bordo pagina. 
La sua scrittura: dall’archivio che custodisce la sua corrispondenza escono cartelle ordinatamente numerate: contengono le sue lettere, scritte con una grafia chiara ed generosamente inclinata verso destra, gli esperti affermano che è propria delle persone altruiste e generose. La scrittura di Deledda è il grande universo in cui ci siamo immersi, un universo di segni che ricopre fogli, lettere, diari, quaderni… una moltitudine di manoscritti.
Dall’immersione negli scritti emerge improvvisamente la voce della scrittrice… proprio la sua voce. E’ una voce che guida lo sguardo. 

Fare un film documentario su un’artista come Grazia Deledda è un’impresa che sentiamo davvero importante. Si dovrebbe considerare che era anche etnologa e antropologa oltre che scrittrice… Deledda si connette profondamente all’oggi per lo sguardo che ha sulla natura, per il modo che ha di raccontare i paesaggi, i colori. Pensiamo che il suo modo di guardare al rapporto tra l'uomo, la donna, la natura sia profondamente necessario oggi.
In questo Grazia Deledda è una scrittrice non soltanto molto più avanti rispetto ai suoi tempi… è una scrittrice rivoluzionaria.
Paolo Pisanelli

 

CREDITS

GRAZIA DELEDDA la rivoluzionaria
Soggetto e regia:  Cecilia Mangini e Paolo Pisanelli
Montaggio: Matteo Gherardini
Musiche: Admir Shkurtaj, Tenores di Orune, Coro  Canarjos di Nuoro
Camera: Paolo Pisanelli, Gianluca Flore
Riprese drone: Gianluca Flore
Assistenti alla regia:
Massimiliano Serra
Adriano Derriu
Montaggio del suono: Simone Altana
Mix: Paolo Segat – Rec & Play
Color correction: Matteo Gherardini
Organizzazione : Federica Facioni
Responsabile Audiovisivi ISRE: Ignazio Figus

Produzione
Istituto Superiore Regionale Etnografico – Sardegna
in associazione con
OfficinaVisioni
in collaborazione con
RaiCinema
con il sostegno di
Sardegna Film Commission

Grazie a

Istituto Italiano di Cultura di San Francisco (California)
Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico
Cineteca Lucana
Cineteca Sarda – Società Umanitaria
Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia
Archivio Cinema del reale
Erratacorrige
Big Sur